La fatica di diventare adulti: il lungo cammino dalla fine dell’adolescenza all’età adulta

C’è un periodo della vita, dopo le tempeste dell’adolescenza, in cui ognuno è impegnato a misurarsi con se stesso.

Le scuole superiori, spesso scelte con tanta inconsapevolezza, bene o male stanno finendo, la “maggiore età” è stata raggiunta, e diventa necessario fare un bilancio.

È tempo di scelte, la legge del desiderio non concede troppe dilazioni. Troppe domande si affacciano alla mente, troppi dubbi, molte paure.

Continuare a studiare? Cercarsi un lavoro? Quale facoltà scegliere? Sarò in grado?

È tempo di libertà e di responsabilità. E per qualcuno è un momento paralizzante. Il futuro appare minaccioso, angoscia e confusione rendono faticoso e a volte impossibile operare una scelta.

Ci si guarda in giro in cerca di riferimenti, ma è difficile capire come orientarsi, nella babele delle possibilità.

Le grandi narrazioni ideologiche e valoriali che consentivano al giovane di orientarsi nel mondo sono pian piano venute meno. Giustizia, servizio, lotta, solidarietà, impegno, cambiamento, società, valori, comunità… tutto sembra spazzato via da un individualismo che misura il bene sull’utile individuale, il valore sul tornaconto personale, dentro un processo competitivo che spietatamente seleziona vincitori e vinti sulla base del successo individuale, con il supporto dei Social e dei loro modelli di bellezza e successo in gran parte irrealizzabili.

Il disorientamento può prendere molte forme: dalla posizione rinunciataria dell’Ikikomori, ritirato in una bolla tecnologica di pseudo-relazioni a distanza, all’atteggiamento procrastinatore di chi rimanda al futuro la risposta alla domanda “Cosa farò da grande”, sostando nell’area dell’incertezza il più a lungo possibile per evitare una scelta che vuol dire rischio e perdita di tutte le altre possibilità.

C’è chi si iscrive alla prima facoltà che sembra rispondere al requisito della sicurezza economica garantita, salvo bloccarsi alle prime difficoltà. C’è chi prova a perseguire un grande sogno di prestigio e affermazione, scoprendo poi di non avere le risorse per realizzarlo, o di avere soltanto creduto ai molti incantatori che regalano facili illusioni.

Studenti che si bloccano a pochi esami dalla laurea, o che, di fronte alla scelta lavorativa, reagiscono con ansia e depressione di fronte a prospettive che sentono come una sconfitta rispetto alle proprie aspettative.

La frustrazione si accumula e gli obiettivi diventano sempre più lontani.

Come se ne esce?

Quello a cui si assiste è il fallimento di un processo di soggettivazione giunto ad un punto critico, quello della messa alla prova delle proprie capacità di fronte alla realtà.

L’obiettivo della grande trasformazione adolescenziale è la conquista di un’identità adulta, con la formazione di un sistema di valori non troppo rigido ed esigente, buone capacità di contrattazione relazionale, sufficiente autostima, basata sulla fiducia nelle proprie capacità e competenze, disponibilità conseguente al rischio della scelta, e desiderio di sviluppare il più possibile le proprie potenzialità fronteggiando le sfide della vita.

Molti possono essere gli ostacoli in questo cammino, spesso accidentato e conflittuale.

A volte il percorso di crescita personale, dall’infanzia in poi, non ha facilitato lo sviluppo di queste capacità, con la conseguenza di percepire un senso di inadeguatezza che rende particolarmente preoccupante il muoversi in territori sconosciuti.

Ad esempio, esperienze sfavorevoli in famiglie disfunzionali, traumi legati a perdite precoci, abbandoni o abusi, trascuratezza educativa o povertà socio-culturale, o anche difficoltà scolastiche legate a deficit non riconosciuti possono aver frenato il dispiegarsi di quei processi di crescita e apprendimento di competenze emotive e relazionali in grado di offrire punti di riferimento interni protettivi e rassicuranti.

Questo blocco può prendere molte forme, dall’attacco di panico al disturbo alimentare, ai disturbi del sonno a vere e proprie depressioni con componente ansiosa. Può manifestarsi nell’abuso di alcool, o in comportamenti compulsivi legati all’utilizzo di videogiochi o alla permanenza sui Social (dipendenze comportamentali).

L’obiettivo di un percorso psicoterapeutico è quello di rendere rielaborabili le esperienze che hanno bloccato o limitato il percorso di sviluppo personale, e che tuttora frenano la piena espressione delle proprie potenzialità.

Il sintomo può rivelare le sue origini, attraverso un ascolto attento ed un desiderio di esplorare le proprie emozioni, ed apprendere strumenti per renderle meno minacciose e sconvolgenti.

Ci vuole un tempo fuori dal tempo, in cui è sospesa la necessità di qualsiasi prestazione, con solamente la disponibilità di esplorare le proprie paure e difficoltà, con l’aiuto di qualcuno che conosca i possibili snodi dello sviluppo umano e non si spaventi anche di fronte alle emozioni più dolorose, senza giudizio.

Il passato può avere creato le condizioni del blocco presente, e chiede di essere ascoltato e accolto per sciogliere il soggetto da vincoli, paure e ansietà che ostacolano la costruzione di un progetto personale lavorativo e affettivo soddisfacente.

Interrogare le ragioni della propria fatica emotiva, attraverso i sintomi che la segnalano, è il miglior modo per provare a trasformare le difficoltà in vantaggi, e sviluppare obiettivi esistenziali in grado di dare senso e valore alla propria vita.

Mi occupo di:

  • Disturbi d’ansia, fobie, attacchi di panico, sindromi ossessive, disturbi di personalità e stati depressivi
  • Disturbi da stress post-traumatico tramite Psicoterapia EMDR
  • Dipendenza da cocaina
  • Situazioni di crisi e sofferenza legati a diverse fasi della vita: separazione, lutti, pensionamento, ecc.
  • Problemi di coppia
  • Conflittualità familiari
  • Problemi legati all’autostima e a situazioni personali e professionali di particolare stress
  • Problemi sessuali individuali e di coppia in assenza di patologie organiche
  • Disagi psicologici correlati a patologie organiche
  • Disagi nell’area adolescenziale: problematiche relative alla propria identità, al proprio progetto di vita, disagi rispetto al proprio corpo, conflittualità con i genitori
Dr. Guido Pozzo Balbi

Psicologo e Psicoterapeuta a Trezzo sull'Adda
P.I. 03014460160
Iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lombardia n. 6086 del 07/03/2001
Laureato in Psicologia Clinica e di Comunità, e specializzato presso la Scuola di Psicoterapia COIRAG

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